I toni della replica sono moderati, ma questo ci ha dato l’opportunità di chiarire il nostro ruolo.

“I Medici per l’Ambiente richiamano i pericoli di un atteggiamento “legalistico” in presenza di sostanze tossiche e cancerogene. Se c’è la presenza di sostanze di provata tossicità e cancerogenicità non si dovrebbe accontentarsi del solo rispetto dei limiti di legge, ma si dovrebbero “massimizzare” le precauzioni, utilizzando le migliori tecnologie del momento. Sappiamo che i limiti di legge si riferiscono solo agli effetti acuti nell’adulto e non tengono conto né dei bambini, né degli effetti cronici (diabete, cancro, malattie neuro-degenerative), il cui reale limite di sicurezza è molto spesso “zero”. Oggi si è compreso che gli effetti ormonali ad esempio di erbicidi, come il glifosate e l’atrazina, si possono manifestare a concentrazioni anche di migliaia di volte inferiori ai limiti di legge. Questa sottovalutazione del reale rischio e l’introduzione di 100.000 sostanze nel dopoguerra senza una valutazione sulla tossicità a lungo temine (fonte Commissione Europea) hanno portato alla situazione attuale di un aumento costante e preoccupante delle patologie degenerative compreso il cancro. Purtroppo in Italia si sta registrando da anni una diminuzione della “aspettativa di vita libera da malattia” e ora anche ad una riduzione addirittura della stessa aspettativa di vita nel 2015. Non ci sorprende la diffidenza delle istituzioni, che dovrebbero però intervenire nel merito delle questioni sollevate da noi con rigore scientifico anziché attribuirci pregiudiziali etichette. Le difficoltà che incontriamo rafforzano però la convinzione che c’è molto da lavorare per un migliorare livello di sensibilità ambientale, in maniera costruttiva con il concorso di tutti. Se non facciamo qualcosa ora, tutti assieme, le generazioni a venire non ci perdoneranno i danni che stiamo loro facendo.

replica dei Medici per l'Ambiente a Rossi